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Energia elettrica dal vento, l’eolico: pregi, difetti, limiti

ENERGIA ELETTRICA DAL VENTO, L’EOLICO: PREGI, DIFETTI, LIMITI

 

1) L’energia del vento

 

L’uomo conosce da sempre l’energia del vento: l’apprezza quando lo rinfresca nella calura estiva, la teme quando diventa violenta come nei temporali e negli uragani. Ci sono addirittura delle preghiere con le quali l’uomo chiede a Dio di difenderlo dal vento.

Ma da secoli, da millenni, l’uomo ha imparato ad utilizzare l’energia del vento: per le imbarcazioni a vela, nei mulini a vento.

E da oltre mezzo secolo l’uomo ha messo a punto una tecnologia per ricavare dal vento energia elettrica: l’energia eolica, spesso denominata semplicemente l’eolico.

 

2) La tecnologia elettrico-eolica

 

Questa tecnologia non differisce sostanzialmente da quella utilizzata per produrre energia elettrica da altre fonti.

L’unità tecnica per la generazione di energia elettrica è costituita dall’aerogeneratore, che appare come un mulino a vento, stilizzato rispetto a quelli del passato. In pratica esso appare come un’alta torre (può superare i 50 metri di altezza e arrivare anche a 100 metri, ossia l’altezza di 30 piani) che porta alla sommità le pale, in genere in numero di tre, e la gondola col sistema elettrico. Un sito eolico è in genere costituito da più aerogeneratori, anche decine.

Vediamo ora i componenti tecnici di un aerogeneratore.

Alla sommità della torre di sostegno (un palo) è situata una gondola che attraverso un  opportuno albero sostiene le pale rotanti. La gondola è orientabile (automaticamente) in modo che le pale siano perpendicolari al vento.

Un moltiplicatore di giri collega l’albero di trasmissione lento all’albero veloce. Viene così azionato il rotore del generatore elettrico. L’energia elettrica così prodotta viene trasportata al suolo attraverso cavi elettrici. Nel caso comune di un sito eolico (ossia con più aerogeneratori) la corrente così prodotta viene convogliata in un sito di trasformazione per portarla alle condizioni volute. Infine l’energia elettrica così prodotta viene trasportata al luogo di consumo o, caso più generale, viene, mediante un’apposita linea elettrica, trasportata e immessa nella rete elettrica nazionale alle dovute condizioni (frequenza, tensione elettrica, ecc.).

 

3) I vari tipi di aerogeneratori

 

Le varie esigenze, le diverse condizioni ambientali, le diverse necessità degli investitori, hanno portato ad aumentare sensibilmente la gamma di macchine eoliche disponibili sul mercato.

Una prima distinzione riguarda il luogo di installazione. Si hanno così:

- siti terrestri, che sono i più comuni;

- siti offshore, in mare, che si stanno sviluppando molto e che ormai, come nel Mare del Nord, in                           Europa, stanno arrivando ad una potenza del livello di una centrale convenzionale o anche nucleare.

Con riguardo alla dimensione e alla potenza del singolo aerogeneratore si definiscono tre classi, dalla maggiore alla minore:

 

1) eolico. Ha le seguenti caratteristiche:

   - torre alta oltre i 50 metri, anche fino a 100 metri

   - pale: due/tre, anche di 20 metri e fino a 50 metri

   - potenza: sui 600 Kw, ed anche molto oltre (il fabbisogno medio di 200 famiglie)

   - sito eolico (wind farm): può essere costituito da molte decine di aerogeneratori, anche un    

     centinaio, arrivando ad una potenza dell’ordine di una grande centrale convenzionale o di una    

    piccola centrale nucleare

 

2) minieolico (definizione italiana):

   - torre di altezza dai 10 ai 20 metri

   - pale: 7,5 metri

   - potenza: 60 Kw

   - utilizzatore: azienda agricola, impresa artigianale, gruppo di abitazioni isolate, ecc.

 

3) microeolico:

   - altezza: 9 metri (come un lampione)

   - pale: 1,5 metri di raggio

   - potenza: 5 Kw (il fabbisogno di una famiglia).

   Il microeolico viene anche chiamato l’eolico da giardino.

   Per un aerogeneratore per carica batterie può bastare un microeolico con pale da 50 cm.

 

4) Caratteristiche tecniche

 

Abbiamo visto che la potenza di un singolo aerogeneratore può andare da pochi chilowatt (5 per il microeolico) a varie decine (60 Kw per il minieolico) a varie centinaia per le grandi torri dell’eolico (anche fino a 1000 Kw per aerogeneratore) e addirittura a varie migliaia di Kw  (si può arrivare a 10 Mw).

Ci chiediamo ora quale potrà essere l’energia prodotta ossia, in termini elettrici, quanti kwh (chilowattora) e quando vengono prodotti. Sul quando non c’è dubbio: quando spira il vento. E quanto? La quantità dipende dalla velocità, ossia dalla forza del vento. Queste strutture eoliche sono in genere previste per sfruttare la gamma del vento da 4 a 20 metri/secondo, ossia da 14 a 72 chilometri/ora. Sotto i 14 km/h le pale girerebbero a vuoto; sopra i 72 km/h, se non lo si è previsto in sede di progettazione, la pressione ossia la forza esercitata dal vento supererebbe la resistenza opposta dal rotore elettrico, e le pale andrebbero in fuga.

Ipotizzando che la potenza generata dipenda dal quadrato della velocità del vento (ma dipende anche dalle caratteristiche tecniche dell’impianto, in particolare da quella della turbina) si avrebbe che dalla velocità minima del vento a quella massima la potenza generata passerebbe da 1 a 25 e pertanto anche l’energia prodotta varierebbe nella stessa proporzione.

Abbiamo così che un aerogeneratore da 100 Kw, in un’ora di vento massimo produrrà un’energia pari a 100 Kwh; in un’ora di vento minimo produrrà 4 kwh.

E, ovviamente, se non c’è vento o il vento non arriva a 14 km/h, non produrrà nulla.

Per i mulini a vento sarà perciò molto importante distinguere tra potenza dell’aerogeneratore ed energia producibile. E se l’energia serve in quei momenti di non produzione, la si dovrà prelevare dalla rete. E viceversa, se nei momenti di vento o forte vento l’energia prodotta dall’impianto sarà superiore a quella necessaria, l’eccedenza dovrà essere immessa nella rete nazionale in base al contratto stipulato. Contratto che regolerà anche: misura dell’interscambio di energia tra la rete e il produttore eolico, saldo tra energia ceduta alla rete ed energia prelevata, pagamenti/rimborsi.

 

5) Economia dell’investimento

 

Per valutare economicamente un investimento eolico ricordiamo che:

- i costi sono facilmente acquisibili e sono certi, sia per il costo dell’impianto che per il suo montaggio e il collegamento con la rete nazionale

- i ricavi, o benefici economici dipendono invece da vari fattori, meno noti e comunque più incerti: durata e intensità del vento, ore del vento, contratto con il gestore della rete, legislazione. Ricordiamo che il prezzo dell’energia elettrica varia da un minimo alle 4 del mattino, ad un massimo (pari a quattro volte il minimo) alle 11 del mattino per raggiungere un altro massimo (minore del precedente) verso le ore 19.

In pratica la convenienza o meno di procedere all’installazione di un generatore eolico dipenderà sostanzialmente dalla ventosità della zona che, per quanto riguarda il territorio italiano si ha nel centro-sud (Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Calabria), nelle isole maggiori (Sicilia, Sardegna) e in alcuni crinali e valli dell’Italia del Nord, e dalla legislazione vigente e prevedibile.

In Europa i Paesi più adatti sono: Spagna (non a caso terra dei mulini a vento di Don Chisciotte), Germania, Danimarca, Olanda, Gran Bretagna.

Riteniamo utile riportare dati e considerazioni economiche:

 

a – aerogeneratore da 1.500 Kw, costo globale pari a 1 milione €, recupero del capitale in 7 anni con incentivi (in 10-11 anni senza incentivi)

 

b – aerogeneratore minieolico da 25 Kw, costo totale (installato) 70.000 €, rendita 11.000 €/anno. Il recupero del capitale (con incentivi pubblici) avviene in 6-7 anni.

 

La convenienza o meno dell’installazione di un impianto eolico dipende essenzialmente dalla ventosità della zona che determina la quantità producibile di energia. In linea orientativa si stima che la zona debba avere almeno 2.000 ore/anno di vento utilizzabile.

La convenienza inoltre è fortemente condizionata dalla legislazione, in particolare per il capitolo delle agevolazioni (finanziarie e/o fiscali) e per i rapporti con il gestore della rete nazionale.

L’energia eolica marina (off shore) si stima che costi il 50% in più di quella terrestre per i maggiori costi di installazione e manutenzione delle torri e degli impianti e per il collegamento alla rete elettrica nazionale, solo in parte compensati da maggiore ventosità.

 

Gli incentivi provengono da vari livelli: lo Stato, le singole regioni, la Comunità Europea, il Banco Mondiale (che per le energie rinnovabili per i Paesi in via di sviluppo ha un fondo sui 4 miliardi di dollari).

La redditività dell’energia elettrica eolica si stima che tenderà ad aumentare con il crescere del prezzo degli idrocarburi che farà lievitare il costo dell’energia elettrica convenzionale, prodotta con combustibili fossili (petrolio, gas, carbone).

L’energia eolica, prodotta dal vento, non dovrebbe subire questi aumenti per la materia utilizzata (il vento). Mentre, come per tutti i prodotti industriali (e perciò anche gli impianti delle centrali convenzionali) avrebbe una lievitazione del costo dell’impianto stimabile in 1/10 della lievitazione del costo degli idrocarburi (l’inflazione del petrolio importata).   

La finanza mondiale ha fiducia nella redditività (attuale, ma soprattutto futura) dell’energia elettrica eolica e vi sta dirottando elevate quantità di capitali, in particolare verso i grandi siti eolici (wind farm), come lo sta facendo anche per i grandi siti solari (fotovoltaici).

Possiamo dire che l’interesse del mondo finanziario (internazionale) per l’energia eolica dipende da due fattori:

a – gli incentivi pubblici che, in gran parte, sono a loro volta determinati dal timore del riscaldamento terrestre e dalla conseguente lotta contro l’immissione di anidride carbonica e di gas serra nell’atmosfera che del riscaldamento sarebbero la causa. Mentre l’energia eolica non immette inquinanti, al punto che un impianto eolico viene spesso giudicato in base a quante tonnellate di anidride carbonica non immetterà nell’atmosfera come invece avrebbe fatto un impianto ad idrocarburi

b – prezzo del petrolio. Il petrolio oltre i 70 $/barile viene ritenuto incentivante per l’energia eolica.

Ricordiamo che gli esperti di geostrategia valutano che un attacco all’Iran (da parte di Israele o di Israele/USA) potrebbe portare il prezzo del greggio a 300$/barile. E non per breve tempo: gli esperti israeliani valutano per 3-6 mesi. Altri geostrateghi pensano invece che il rialzo potrebbe essere di lungo periodo ( vedasi quanto succede in Afghanistan e in Iraq). E in più un tale fatto potrebbe generare una instabilità mondiale.

Gli esperti di geostrategia ritengono infatti che sarà il petrolio (se il problema dell’energia non verrà presto risolto) a fornire l’innesco per uno scontro mondiale (economico, finanziario, militare).

 

6) Vantaggi, limiti e controindicazioni dell’energia elettrica eolica

 

Il solo parlare di energia elettrica prodotta col vento (pulita, rinnovabile) evoca sentimenti positivi. E ancor più se pensiamo al faccione di Eolo che soffia, come viene rappresentato nella mitologia greca e che, sempre secondo la stessa, risiedeva nell’Italia del Sud, allora territorio greco.

Mentre, al contrario, sentire nucleare evoca pensieri negativi, di distruzione.

Ma l’esame e il giudizio su di una fonte di energia va fatto secondo tre linee congiunte:

-         considerando tutti i fattori coinvolti dall’energia stessa e non soltanto alcuni

-         confrontando l’energia in esame con le altre

-         comparando l’insieme delle energie (ossia della possibile produzione totale) con la richiesta globale.

 

Di seguito esaminiamo solo il primo dei punti citati, lasciando l’esame degli altri due ad articoli successivi.

Caratteristiche dell’energia elettrica prodotta con la tecnologia eolica (con riferimento alla terrestre):

 

a – Costo

Non è particolarmente economica,  ma neppure particolarmente costosa. Sul mercato libero non si reggerebbe al confronto con molte altre fonti comuni (idroelettrica, da carbone, nucleare, da gas). Lo sarebbe solo in siti particolarmente ventosi (sulle 10 ore di vento al giorno).

Con gli incentivi di Stato e regionali il suo costo può competere,  non con quello delle energie prima citate, ma con quello delle centrali a gasolio.

Orientativamente possiamo dire che il costo di questa energia è:

-         il quadruplo dell’energia idroelettrica

-         il doppio dell’energia nucleare o da carbone

-         il 20-30% più cara di quella del gas.

 

b – Inquinamento

Si dice, con molte ragioni e tacendo spesso per ignoranza altri aspetti di cui tratteremo in seguito, che l’energia prodotta con tecnologia eolica, a differenza di quasi tutte le altre, non produce inquinanti.

Questo fattore costituisce uno dei cavalli di battaglia dell’eolico.

Ad esempio un aerogeneratore da 1.000 Kw che produce 2 milioni di kwh/anno, se alimentato a petrolio produrrebbe 1.200 tonnellate di anidride carbonica. Fatto che l’eolico evita.

L’energia eolica è stimata pertanto come uno dei mezzi più utili per combattere il riscaldamento globale del pianeta. Ed è questa la ragione per cui esso è sostenuto e aiutato dai governi e dagli organismi internazionali nonostante la sua maggiore costosità.

 

c – Rinnovabilità

L’eolico sfrutta una fonte energetica rinnovabile, eterna, il vento, senza produrre controindicazioni, anzi rallentando il vento come a volte si fa con apposite barriere antivento.

 

d – Importazioni

Il citato aerogeneratore da 1.000 Kw che produca 2 milioni kwh/anno, se fosse sostituito da una centrale  alimentata a petrolio, brucerebbe 2.300 barili di petrolio/anno che l’Italia, come altri Paesi dovrebbe importare, a costi crescenti e spesso sotto condizioni capestro.

 

e – Costi futuri

La gran parte dell’energia prodotta in Italia utilizza idrocarburi il cui costo è strutturalmente in forte crescita, al punto da poter creare problemi al sistema della produzione e dei consumi nel Paese, in termini di costi e di approvvigionamento.

Questo non avverrà sostanzialmente per l’energia da fonte eolica che utilizza una risorsa gratuita, il vento, e impianti producibili (con elevata competenza) sul territorio nazionale o comunque in Europa.

 

f -  Impatto sull’ambiente e il panorama

La critica che più comunemente viene rivolta agli impianti eolici, in particolare alle loro alte torri e alle pale è che “rovina il panorama”. Ed è vero. Si potrà obiettare che anche gli alti tralicci e le linee elettriche dell’alta tensione rovinano il panorama, come, tra l’altro, tanti tratti d’autostrada, di linee ferroviarie, viadotti, la stessa urbanizzazione, le cave di materiali. Ma il problema resta e, almeno stavolta, “mal comune” non è né “mezzo gaudio” né gaudio intero.

Questo impatto negativo sul panorama può essere inaccettabile in certi luoghi, meno devastante in altri. I luoghi ventosi sono in genere fuori mano, e non coinvolgono gli insediamenti umani.

Questo tipo di critica viene frequentemente avanzata dagli ambientalisti e dalle pubbliche amministrazioni.

Lo stesso noto critico d’arte Vittorio Sgarbi, come sindaco di Salemi (in Sicilia) si lanciò in forti critiche contro questi “mulini a vento” installati in quell’angolo della Sicilia e lo fece con varie indicazioni alcune delle quali furono portate al vaglio della magistratura:

-         deturpano il panorama. E nessuno può ignorare una simile affermazione espressa da un così noto critico d’arte (e di bellezza, di armonia). Tra l’altro i mulini a vento vengono installati spesso sui crinali dei monti (lo erano anche quelli contro i quali si scagliò Don Chisciotte) e pertanto modificano la “linea del cielo” (lo sky line) così caro agli architetti, agli urbanisti e ai turisti.

-         Non producono l’energia promessa. Come già sottolineato nei precedenti paragrafi, questi impianti vanno installati solo nei luoghi di adeguata (e conosciuta e riconosciuta) ventosità, altrimenti non producono adeguata quantità di energia

-         L’investimento corrispondente era stato infiltrato dalla mafia (di Trapani e di Palermo) divenendo “il punto di congiunzione tra potere politico, potere economico e potere criminale”.

Paradossalmente gli stessi ambientalisti hanno attenuato la loro negatività al punto che un giornalista ha scritto “l’eolico adesso piace anche al paesaggio”. E in tal senso si espresse anche il Presidente nazionale di Legambiente presentando il libro “Smisurati giganti?” riferendosi appunto ai mulini a vento che già avevano scatenato l’ira e la reazione dell’hidalgo spagnolo Don Chisciotte della Mancha.

 

g -  Rumore.

Gli impianti eolici hanno varie parti in movimento che generano rumore e pertanto possibile disturbo alle persone che vivono in prossimità e che possono essere costituiti da: disturbi del sonno, depressione, emicrania, ecc.

In certi casi, specialmente in vecchi impianti, si generano anche dei sibili.

Per tali ragioni l’installazione di questi impianti deve essere realizzata ad una distanza minima da edifici abitati, distanza che va da 200 a 500 metri, secondo le varie regioni italiane che al riguardo hanno potere legislativo e di controllo congiuntamente ai comuni.

 

h – Disturbi elettromagnetici

Nel raggio di varie centinaia di metri dall’aerogeneratore possono generarsi disturbi elettromagnetici, in particolare la distorsione dei segnali in loco delle teletrasmissioni (radio, TV, telefoni satellitari, internet, ecc.)

 

i – Rischi da rotture meccaniche degli organi in movimento, in particolare delle pale, fatto che potrebbe generare incidenti. Ricordiamo che le pale possono superare i 200 km/h di velocità periferica (all’estremo delle medesime)

 

e – Possibili danni alla fauna migratoria e stanziale, in particolare ai rapaci che usano per la caccia i corridoi di vento (aquile, falchi, poiane, ecc.). Si sottolinea il rischio che tali uccelli possano venire “ghigliottinati” dalle pale in movimento.

 

7) L’energia eolica è un’energia rinnovabile?

 

L’energia elettrica di origine eolica viene definita come un’energia rinnovabile. E questo è “quasi” vero. Ossia non lo è completamente. Infatti anche questa energia ha delle macchie: una alla sua nascita (per la produzione e l’installazione dell’impianto), ed una per lo smontaggio e lo smaltimento dell’impianto alla fine della sua vita utile. A tale riguardo viene utilizzato un indice (EROE) che indica il rapporto tra energia usata per produrre, installare e alla fine demolire l’impianto ed energia prodotta. L’Eroe dell’eolico è 1/30.

Calcoli totali porterebbero a concludere che ogni 100 kwh prodotti dall’impianto nella sua vita utile, e pertanto non inquinanti e rinnovabili, ne avrebbe assorbito 10 di inquinanti e non rinnovabili.

Se ne dovrebbe concludere che l’energia elettrica eolica è rinnovabile al 90%.

 

8) L’energia eolica è pregiata?

 

L’energia eolica è una delle meno pregiate, probabilmente la più scadente in assoluto. Il funzionamento di una rete elettrica avviene in questo modo: gli utenti nei momenti di bisogno di energia elettrica, a loro insindacabile giudizio e per la durata del medesimo, attivano la presa dalla rete. La rete, con tempestività assoluta, quasi istantanea, fornisce l’energia richiesta, attivando o disattivando le sue centrali di produzione o variandone il livello di produzione.

Così l’energia elettrica più pregiata è quella che si può attivare, disattivare, variare, con la massima rapidità in funzione della richiesta, in quel momento, della massa delle utenze.

Sotto tale aspetto l’energia elettrica più pregiata è quella idroelettrica, in particolare quella dei bacini ad alto dislivello che con le turbine tipo Pelton possono essere attivate/disattivate in poche decine di secondi che per una grande rete nazionale significa “controllo istantaneo”. L’energia elettrica prodotta col vento viene invece prodotta quando “piace al vento”, ossia in tempi che possono essere totalmente diversi da quando vogliono gli utenti. Si può dire, scherzosamente, che le reti elettriche occidentali sono “democratiche”: rispondono alla base, ubbidiscono ai cittadini, e sono al loro completo servizio. Mentre il vento, signore del cielo, non sente le ragioni umane.

 

9) E’ pensabile produrre tutta l’energia elettrica di una grande rete nazionale con la tecnologia eolica?

 

La risposta a questa domanda è no, per quanto espresso precedentemente.

L’energia eolica è, per le sue caratteristiche, un elemento di disturbo alla rete elettrica. Disturbo che non sarà rilevante se la quantità di energia elettrica così prodotta rimarrà limitata. Qual’ è questo limite?

A parte il vincolo imposto dalla natura sulla quantità di energia elettrica producibile nel Paese, valutiamo ora il vincolo che viene imposto dal buon funzionamento della rete elettrica.

Secondo valutazioni, forse ottimistiche, la ventosità in Italia permetterebbe di installare impianti per 40.000 Mw (la potenza della rete italiana è sui 60.000 Mw). Pertanto non si potrebbe, in ogni modo, coprire il fabbisogno nazionale italiano solo con l’eolico.

Per di più i luoghi accessibili sono stimati solo un quarto di quelli possibili. Per cui la potenza massima eolica installabile in Italia sarebbe di 10.000 Mw (un 15% di quella della rete nazionale).

Si stima che l’energia massima producibile con l’eolico, per non creare disturbi alla rete, dovrebbe posizionarsi tra il 5 e il 10%. Ma la valutazione andrebbe fatta congiuntamente con le altre energie non programmabili, in particolare con l’energia elettrica solare, il cosiddetto fotovoltaico, in quanto è il loro insieme totale che deve essere limitato per poter gestire la rete. L’Olanda, uno dei Paesi più favoriti per l’eolico ed uno dei più avanzati nel suo utilizzo, produce con l’eolico oltre il 10% della totale energia elettrica prodotta nel Paese.

La Danimarca, che probabilmente è il Paese con il massimo utilizzo dell’eolico, arriva addirittura a produrre col medesimo il 20% del proprio fabbisogno di energia elettrica.

 

10) Sviluppo dell’energia eolica

 

L’utilizzo dell’energia eolica per produrre energia elettrica è in grande sviluppo da vent’anni a questa parte. Il suo tasso medio annuale di crescita si situa tra il 30 e il 40%.

Riportiamo di seguito i valori della potenza installata nel mondo espressa in Megawatt (Mw):

-         1990  =    1.743                           2001  =    23.657

-         1991  =    1.983                           2002  =    27.257

-         1992  =    2.321                           2003  =    39.100

-         1993  =    2.601                           2004  =    46.500

-         1994  =    3.531                           2005  =    58.050

-         1995  =    4.821                           2006  =    72.000

-         1996  =    6.104                           2007  =    90.700

-         1997  =    7.636                           2008  =  120.800

-         1998  =  10.153                         2009  =  157.900

-         1999  =  13.594                         2010  = (200.000)

-         2000  =  17.357

 

Riportiamo di seguito la classifica della potenza installata per Paese in Mw:

1.             Stati Uniti     =    25.170

2.            Germania         =    23.903

3.            Spagna             =    16.754

4.            Cina                 =    12.210

5.            India                =      9.645

 

La potenza installata in Italia è (2009) di 3.736 Mw.

 

11) Iter per la licenza di installazione

 

L’iter per l’installazione di impianti eolici in Italia è complessa e può richiedere da un minimo di 2-3 anni ad un massimo che può arrivare anche ad 8 anni e può anche concludersi negativamente. In più le Regioni, i Comuni, le Comunità, possono addirittura bloccare, ossia impedire le installazioni. Al punto che prestigiosi gruppi italiani tendono ad operare più all’estero che in Italia.

 

12) Conclusioni

 

L’energia elettrica prodotta dal vento, l’eolica, ha le seguenti caratteristiche:

 

  1. è energia pulita, un’energia verde: non produce anidride carbonica, non produce gas serra. Non inquina. Può produrre però inquinamento acustico. Dobbiamo però osservare che per produrre e poi smaltire (alla fine della sua vita utile) un impianto eolico occorre una quantità di energia inquinante stimabile al 10% di quella pulita che l’impianto produrrà. Dovremmo perciò concludere, con maggiore precisione, che l’energia prodotta da un impianto eolico è “pulita” al 90%, e non al 100% come si usa dire.
  2.  l’energia in oggetto è rinnovabile, a differenza di quelle ottenute da combustibili fossili (petrolio, gas, carbone), o dal nucleare. Con il limite sopra indicato.
  3.  l’energia così prodotta, l’eolica, è tra le meno pregiate e le reti elettriche non ne sopportano più di un 5-10% del totale. La ragione è che l’energia elettrica eolica è totalmente svincolata dalla richiesta degli utenti: un fatto che le reti elettriche non possono assolutamente permettersi e che possono accettare solo in una quantità modesta che non disturbi il funzionamento globale della rete stessa, tenendo conto della massa delle utenze, nelle varie ore del giorno e della notte.
  4. L’energia elettrica eolica è costosa: in linea indicativa possiamo dire che costa il 30% in più delle altre. Almeno attualmente. In futuro l’incremento del costo degli idrocarburi (certo) renderà l’energia eolica meno svantaggiata.

L’elevato costo di questa energia spiega:

-         la necessità di sostenere tali installazioni con facilitazioni finanziarie e fiscali

-         la resistenza di molti Paesi a tale tipo di energia, sia di quelli emergenti (come India, Cina, Brasile) sia di quelli sviluppati (è il caso degli USA e di vari Stati europei). E questo spiega, in parte, il fallimento del summit 2009 del clima a Copenhagen e la scarsa incisività del precedente summit di Kyoto.

 

Da notare infine la scarsa quantità di installazioni in Francia, Paese che copre il 75% della sua produzione di energia elettrica con il sistema nucleare che, come l’eolico, non emette inquinanti e la cui energia costa la metà di quella dell’eolico terrestre, e circa un terzo di quella dell’eolico marino. E così le installazioni eoliche in Francia vengono realizzate in siti particolarmente adatti e pertanto con costi di produzione dell’energia molto bassi.

 

Un’ultima osservazione: nessuna fonte di produzione di energia elettrica può essere valutata disgiuntamente dalle altre e, l’insieme di queste, congiuntamente, deve essere coerente con il sistema delle utenze. E se c’è incompatibilità tra il sistema di utenze (la richiesta) e la rete (la produzione e la distribuzione), in un sistema democratico, occorre avvisare la nazione e discuterne coi cittadini.

Se ad esempio vogliamo preparare un piatto di spaghetti al pomodoro, non possiamo sostituire gli spaghetti con il pomodoro, o il sale, o il peperoncino. Le energie sono diverse tra di loro e non sono intercambiabili. Come un barista non può preparare i caffè quando ha voglia e tempo, per poi darli al cliente quando si presenta, dieci ore o due giorni dopo.

A meno che l’energia elettrica non diventasse economicamente e tecnologicamente immagazzinabile. Cosa oggi non possibile se non in quantità limitate e a costi molto alti, e con rendimenti bassi, ossia con sprechi elevati.

Il pensare, come certi ambientalisti e certi politici, ad una rete elettrica alimentata totalmente dall’energia eolica e/o dall’energia solare, oggi è totalmente fuori dalla realtà, in termini sia tecnici che economici. Purtroppo.

E dobbiamo accontentarci di soluzioni realistiche sapendo quanto, in ogni caso, c’è da pagare in termini di: capitali di investimento, tariffe e bollette, inquinamento (oggi e domani), risparmio energetico, stile di vita, tipo di civiltà.

Perché solo questa è vera democrazia, vera ecologia, vero ambientalismo: conoscere oggettivamente per poter decidere.

 

Silvano Baraldi

Ingegnere, economista (2010)

 

Si ringrazia Daria per la preziosa collaborazione

 

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